Il rimborso del trattamento pensionistico dopo la sentenza n. 70 del 2015

NEWSLETTER 2015

 

Il rimborso del trattamento pensionistico dopo la sentenza n. 70 del 2015

 

La Corte Costituzionale con la sentenza n. 70 del 2015 ha inteso garantire al pensionato l'adeguatezza del proprio trattamento, allo stesso modo in cui al lavoratore deve essere garantita una retribuzione secondo il principio di sufficienza di cui all'art. 36 della Costituzione. Il meccanismo della perequazione serve a questo e gli interventi del legislatore in materia non possono non tenerne conto, il che si traduce nel divieto di provocare disparità di trattamento, e, in positivo, nella adozione di misure ragionevoli, eque ed omogenee. La sentenza del 2015 della Corte tiene debitamente conto di queste indicazioni e legge la norma censurata del decreto "Salva Italia" proprio alla luce dei principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza come indicati, che non potevano e non possono essere pregiudicati dalla situazione finanziaria del 2011. Poiché il costo della "riparazione" derivante dalla decurtazione dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale é aumentato con il passare del tempo dai 5 miliardi di euro, inizialmente stimati dall'Avvocatura dello Stato ad una previsione di 9-10 miliardi di euro, dovendosi considerare da una parte la necessità di adeguare le somme già rivalutate per effetto dell'applicazione della sentenza e dall'altra il parziale ritorno in termini di maggiore IRPEF pagata dai pensionati, il Governo ha dovuto intervenire con un decreto legge (il n. 65 del 2015) che ha l'obiettivo di fronteggiare tale urgenza.

Tale intervento si é reso necessario anche alla luce del messaggio n. 3135 del 7 maggio 2015 dell'INPS, nel quale l'ente precisava che eventuali richieste di ricostituzione dei trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza, non potranno essere definite fino all'adozione di idonee misure legislative (cfr. art. 17, comma 13 Legge 31 dicembre 2009, n. 196). 

Ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di provvedere in materia di rivalutazione automatica delle pensioni al  fine  di  dare attuazione  ai  principi  enunciati  nella   sentenza   della   Corte Costituzionale, il Governo é dunque corso ai ripari con l'emissione del D.L n. 65 del 2015 prevedendo

"La rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito  dall'articolo  34,  comma  1,  della legge 23 dicembre 1998, n. 448, relativa agli anni 2012  e  2013, (é) riconosciuta:

a)  nella  misura  del  100  per  cento  per  i   trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il  trattamento minimo INPS. (…)

b)  nella  misura  del  40  per  cento  per   i   trattamenti pensionistici complessivamente superiori a tre volte  il  trattamento minimo INPS (…)

c)  nella  misura  del  20  per  cento  per   i   trattamenti pensionistici  complessivamente  superiori   a   quattro   volte   il trattamento minimo  INPS  (…)

d)  nella  misura  del  10  per  cento  per   i   trattamenti pensionistici  complessivamente   superiori   a   cinque   volte il trattamento minimo INPS (…)

e) non  e'  riconosciuta  per  i  trattamenti  pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS con riferimento all'importo complessivo dei trattamenti medesimi.";

Pubblicato il Decreto, il testo dovrà affrontare l'iter parlamentare per essere convertito entro sessanta giorni in legge, dopodiché si potrà dare inizio alle richieste di costituzione dei trattamenti pensionistici interessati dalla sentenza, attraverso un'azione prodromica stragiudiziale e poi eventualmente giudiziale che definisca i limiti di ristoro dovuti ai pensionati lesi dal decreto "Salva Italia".

Il ns. studio seguirà con attenzione l'evolversi della situazione e potrà fornire la necessaria assistenza a chi intenderà proseguire sia in sede stragiudiziale e/o giudiziale per il recupero di quanto dovuto.

Milano, lì 19 giugno 2015

Avv. Stefano Salvetti

Avv. Luigi Colantuoni